Barbara Bonomi Romagnoli | deep
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L’inferno delle giornaliste

Leggere l’indagine realizzata da Alice Facchini per il periodico indipendente di giornalismo d’inchiesta IrpiMedia dal titolo Come ti senti? – che per la prima volta in Italia approfondisce il tema della salute mentale delle persone che lavorano come freelance nel settore giornalistico, con un focus specifico sull’impatto delle molestie e delle discriminazioni di genere – ha due effetti immediati sul pubblico femminile.

Il primo è il sentimento di appartenenza: molte di quelle testimonianze appartengono anche a noi lettrici, indipendentemente dall’essere o meno giornaliste. In secondo luogo, a colpisce il fatto che solo il 37% delle giornaliste intervistate ritenga che le molestie siano un rischio per il proprio benessere psicologico, anche se la percentuale sale al 59% quando si parla di discriminazioni legate al genere.

Chi era Laura Conti, la pioniera dell’ecologismo che abbiamo dimenticato

  • con Marina Turi

Lo sguardo in prospettiva, al di là dell’immediato, sia nello spazio che nel tempo, e la scrittura divulgativa di una scienziata come Laura Conti è quello che oggi manca. Infatti Laura non c’è. È morta il 25 maggio del 1993. Se fosse ancora qui tra noi oggi avrebbe più di cento anni, essendo nata il 31 marzo del 1921, a Udine, qualche anno dopo la fine della prima guerra mondiale, da una famiglia costretta a cambiare più volte città: da Trieste a Verona e poi a Milano, perché il padre di Laura era un antifascista. Lei, figlia unica, di quegli anni aveva un ricordo limpido, come scriveva nei suoi manoscritti: “La mia divenne una famiglia che si opponeva al mondo, disperata e molto sola”.

Wangari Muta Maathai, ritratto della signora degli alberi che cambiò la storia del Kenya

Il suo volto è dipinto o tratteggiato su molti Matatu che girano per Nairobi, i pulmini affollati ed economici che fungono da servizi pubblici nelle grandi città kenyane. Sono minivan dai colori sgargianti, nonostante alcune norme recenti li vorrebbero più sobri. E fra ritratti di cantanti, personaggi dei fumetti, un Cristo risorto e uno slogan politico, c’è anche lei: Wangari Maathai.

Memorie condivise per tasselli di futuro

La mappa è lì, appoggiata sui tavolinetti tondi del Giardino. Quando entro e la vedo subito penso a Liana, ai suoi quaderni fitti di appunti dalla scrittura minuta, ai suoi sorrisi e sussurri, alle sue mappe concettuali, sentimentali e politiche.

È il 3 dicembre 2022 e ci ritroviamo di nuovo a Firenze, al Giardino dei Ciliegi per una due giorni dal titolo “Diffrattivamente, con amore. Per condividere ancora le eredità plurali di Liana Borghi” e per far sì che l’affetto circolare e performativo che proviamo per lei, scomparsa nel 2021, crei nuove mappe e tessiture.

A pranzo con… Marta Baiocchi

Ricercatrice romana, da più di trent’anni studia la biologia cellulare, che spesso riflette il legame tra scienza e societ, qui l'articolo completo...

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