Barbara Bonomi Romagnoli | Pink Bee Revolution
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Come lo vuoi il consultorio? Campagna nazionale Sinistra Arcobaleno

Dopo decenni di torpore e di pochissima attenzione da parte delle istituzioni sono tornati in auge i consultori. Purtroppo non per rimetterli al centro di politiche che garantiscano l’autodeterminazione delle donne, ma al contrario perché negli ultimi anni sono stati sempre più attaccati, svuotati di senso, privati di risorse o invasi dalle forze conservatrici, che con i loro movimenti per la vita tentano in qualunque modo di decidere su e per le donne. Ma c’è un vasto mondo di associazioni e movimenti delle donne che sono attivi invece da anni nei territori per mantenere intatto lo spirito che aveva animato la legge che trent’anni fa li aveva istituiti.

Questo giorno ci ha R8 – scritto in collaborazione con Rosa Saugella

Verrebbe da non crederci, eppure c’è chi ha preso molto sul serio l’iniziativa di Giuliano Ferrara. Il consiglio comunale di Chioggia lo scorso 8 febbraio ha approvato la moratoria contro l’aborto con una mozione in cui c’è scritto che l’aborto è “omicidio premeditato” e che il Comune aderisce alla campagna per “intaccare” la legge 194. Il tutto deciso in un consiglio comunale “riunito alle 3 del mattino per votare una mozione che invece di restituire dignità e strumenti di intervento ai malfinanziati consultori e difenderne la laicità, escogitare dispositivi di difesa di una legge voluta dal 70% degli italiani, mira ad offendere e condannare le donne”, come raccontano le donne dell’assemblea di Venezia e Mestre (www.vengoprima.noblogs.org).

Nè Putin nè Kadyrov, Cecenia mon amour – intervista a Milana Terloeva

Una foto del 2002 ritrae Milana Terloeva nella sua cucina di Groznyi, la guerra è in corso e per qualche giorno dà rifugio alla giornalista francese, Francoise Spiekermeier, che scatterà diverse immagini di quella strana quotidianità che Milana e il suo popolo hanno imparato a vivere. Nella foto è ancora una studentessa, ad incontrarla oggi è una donna elegante che parla adagio ma con determinazione.

Convention ad excludendum – scritto in collaborazione con Rosa Saugella

Il sommovimento femminista, tornato ad essere visibile negli ultimi mesi, ha scelto in diversi momenti pubblici di ritrovarsi solo tra donne, femministe e lesbiche. Una modalità che ha sollecitato accese discussioni e che, vista da fuori, è sembrata una sorta di déjà vu, in molti hanno immediatamente rivolto lo sguardo agli anni Settanta. In realtà, tra le più convinte sostenitrici della pratica separatista, soprattutto per il corteo del 24 novembre scorso, sono state le giovani. Ragazze che in molti casi frequentano, vivono o comunque fanno politica anche in luoghi misti ma che, in questo caso, pensano che stare tra donne sia funzionale e necessario, per riappropriarsi di tempi e spazi troppo spesso declinati al maschile.

Economia Canaglia – Intervista a Loretta Napoleoni

I consumatori globali vivono in un mondo di fantasia e illusioni, una ragnatela costruita nella “dimensione virtuale della matrix del mercato”. Dietro c’è il mondo reale, “ripudiato fratello gemello della matrix” stessa. Il pianeta è governato, ma pochi se ne rendono conto, dagli sconcertanti ingranaggi dell’economia canaglia, un fenomeno endemico al capitalismo occidentale, giunto a perversi legami che intrecciano schiavitù e democrazia, medicinali contraffatti e mercato del sesso, oro insanguinato e finanza islamica.

SignorinaEffe. Torino,1980: Il nuovo film di Wilma Labate

Una storia d’amore, ma anche la vicenda di una città, Torino e il suo Lingotto, e di una “classe”, come si diceva allora, che ha perso una battaglia importante nel 1980, segno dell’inizio della globalizzazione e di quel che ne è scaturito: perdita del senso di appartenenza, della centralità del lavoro e anche, forse, della forte spinta rivoluzionaria che aveva caratterizzato il decennio precedente. “Signorinaeffe” il nuovo film di Wilma Labate, regista romana nota tra l’altro per il film candidato all’Oscar dall’Italia “La mia generazione”, tiene insieme questi diversi elementi nel raccontarci quello che accade in quei trentacinque giorni di ottobre quando, allo sciopero e blocco della produzione degli operai contrari ai 15mila licenziamenti annunciati dalla dirigenza Fiat, i capi reparto, gli impiegati e i quadri della Fiat risposero con la marcia dei “40mila”: un fatto eccezionale, per molti uno spartiacque della nostra storia recente.

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