La doppia vita della storica – Intervista a Emma Baeri
La prima cosa che colpisce, prendendo in mano il volume Dividua. Femminismo e cittadinanza è un dettaglio: il doppio cognome, Baeri Parisi. Indipendentemente dalla mancata legge in Italia sul cognome materno, Emma Baeri Parisi già da tempo li usa entrambi: è la volontà di una femminista che desidera ricordare i cognomi delle sue bisnonne, delle nonne, della madre e delle figlie, come recita la dedica. Ad accompagnarla in questa scelta anche due giovani donne, Elena Caruso Raciti e Antonia Cosentino Leone che hanno letto – e commentato – per prime il testo. Il libro, infatti, raccoglie interventi, saggi e riflessioni che Baeri ha svolto negli ultimi decenni su diversi temi, uno su tutti la piena cittadinanza delle donne, che sia finalmente compiuta. Il suo intento nasce dalla pratica femminista, vissuta a più riprese, e dalle sue ricerche come in-segnante universitaria [Emma quando parla fa una pausa e fa il gesto del mettere un segno, da qui in-segnante, nel parlato e nello scritto], sperimentando anche nella didattica un nuovo modo di stare al mondo per donne e uomini, a partire da un nuovo modo per nominarsi e rappresentarsi. È anche la testimonianza – preziosa – di un dialogo fra donne di generazioni differenti e il desiderio tenace di produrre memoria, di lasciare impronte visibili, soprattutto condivisibili.