Barbara Bonomi Romagnoli | Pink Bee Revolution
1002
home,paged,page-template,page-template-blog-standard,page-template-blog-standard-php,page,page-id-1002,paged-20,page-paged-20,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-1.6.1

Guida ragionata all’uccisione del padre

Torniamo a Tenera Valse. Torniamo a parlare di lei, scrittrice irriverente, sex worker per scelta e per passione. Con il suo Portami tante rose [Cooper, 2011] ha fatto discutere, anche negli ambienti progressisti e femministi, su quel nodo che è la prostituzione libera e consapevole.
Torniamo a Tenera e alla sua scrittura evocativa e colta, limpida e fantasiosa, così come lei torna a parlare di corpi, umori, sessualità, donne e bambini. Ma, soprattutto, di cultura maschile e potere, di relazioni familiari che viste da vicino non sono per nulla normali, di una liberazione possibile e necessaria.
Il suo nuovo romanzo [Anatomia della ragazza zoo, Il Saggiatore, 2012] è la storia di una famiglia medio borghese, simile a tante altre, in cui crescono due femmine e un maschio, adolescenti negli anni Settanta, dove il padre è l’uomo colto che porta i soldi a casa e la madre è la depositaria del sapere della tradizione, dell’economia domestica per far tornare i conti.

Io ci sono e lo dico!

Intervista a Giovanna Covi

«Noi letterate siamo profondamente convinte che la forma non sia che l’estensione del contenuto, persuase che lo stile non sia mai un fatto puramente estetico ma sempre un atto anche etico e politico, sicure che lingua e immagini in quanto materia del pensiero siano anche materia inscindibile dalle nostre azioni. Noi sosteniamo che la violenza fisica è sempre anche violenza verbale e intellettuale. E che la lingua non è mai neutra»: è un messaggio potente, inequivocabile, chiaro e comprensibile, oltre che condivisibile. È stato scelto per introduce l’iniziativa “Io ci sono e lo dico!” promossa dalle Letterate di Trento e rilanciata dalla Società italiana delle letterate [Sil] su un tema che fatica ancora a diventare prioritario nel dibattito pubblico. È una di quelle questioni considerate roba da femministe ottuse, da donne che si fissano su dettagli considerati irrilevanti. Non è esattamente così, perché si tratta di quel sessismo tradotto in parole – quelle usate ma soprattutto quelle che esistono e che non vengono, volutamente, adoperate – che sostiene e alimenta il sessismo che si traduce poi in disuguaglianza, discriminazione, violenza.

Committee on the Elimination of Discrimination against Women

Il governo italiano sotto esame dal Comitato Cedaw delle Nazioni Unite

Qui si trova il Rapporto Ombra sui diritti delle donne in Italia 2011

http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=17333:sintesi-rapporto-ombra-e-raccomandazioni-cedaw-2011&catid=187&Itemid=0

Siamo arrivate da pochi giorni a New York e già stiamo rifacendo le valigie per tornare in Italia, riabbracciare i nostri cari e rimetterci a lavorare. Non siamo state delle buone turiste per la grande mela, ma sicuramente la nostra presenza come piattaforma “Lavori in corsa: 30 anni CEDAW ” è un elemento di avanzamento per i diritti delle donne in Italia. Ma che cosa è la CEDAW? È un trattato, uno dei principali delle Nazioni unite, del 1979, sottoscritto da quasi tutti i Paesi del mondo, per assicurare l’applicazione e il pieno godimento dei diritti delle donne. L’Italia ha ratificato la Convenzione per l’Eliminazione di ogni discriminazione contro le donne nel 1985.

Scritto col mio sangue. Storia di una donna che non sapeva essere madre

Intervista a Irene Vilar [ Scritto col mio sangue, Corbaccio editore]

Irene Vilar, portoricana, è solo una studentessa quando conosce e si innamora del suo professore di storia. Lei ha diciassette anni, lui cinquanta. Ha inizio una relazione travolgente e squilibrata che sfocia in un matrimonio impossibile, segnato da contrasti. E da quindici aborti in quindici anni. Lui le impone di non avere figli. Lei è completamente succube, da una parte li desidera, resta incinta, ma non ha la forza di opporsi, di capire cosa vuole. Rinuncia con un atto di violenza estrema. La storia di questo libro ripercorre l’infanzia traumatica di Irene, portoricana in un paese come gli Stati Uniti che pretendono di condizionare la politica demografica del Porto Rico, ed è una storia in cui l’autrice intesse passato, presente e futuro senza soluzione di continuità.

Punto G 2011 Genova Genere Globalizzazione

Per una società di donne e uomini equa, solidale, pacifica e democratica

15 giugno 2011

«La rivoluzione sarà femminista o non sarà». Sacrosante parole, in catalano nell’originale, divenute il punto di partenza anche delle Feministes indignades, gruppo di donne, femministe, lesbiche e trans che insieme hanno animato il movimento spagnolo sceso in piazza nelle ultime settimane contro la precarietà e le politiche neoliberiste, chiedendo un radicale cambiamento di rotta.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi