Barbara Bonomi Romagnoli | Pink Bee Revolution
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Un po’ per amore, un po’ per rabbia – intervista a Pino Cacucci

Federico Fellini disse di lui che “è un artigiano, un costruttore di trame, di atmosfere e di personaggi”. Aggiungere altro è certamente superfluo e per questo Pino Cacucci non ha bisogno di grandi presentazioni. Scrittore, traduttore di molti importanti autori latinoamericani, da Paco Taibo II a Fajardo, e appassionato tra l’altro di Messico, ribelli e sognatori.

Le vie della droga – intervista ad Alessandro Scotti

I libri di Isbn hanno spesso copertine bianche che quasi non si vorrebbe toccare, ma nel caso di “Narcotica” di Alessandro Scotti (380 pagine + immagini e dati, 17 euro) si arriva a fine lettura contenti di vedere il bianco sporco. È un libro che si presta ad essere consumato, che si porta dietro ovunque: nell’autobus, nel bar e si legge come un romanzo, sapendo già che non c’è fine.

Vorrei un mondo senza centri nè periferie – intervista a Maria Reimondez

Nella Roma affollata di turisti in posa, vicino a finti centurioni romani, c’è qualche angolo di buon gusto, come il Papyrus Caffè a pochi passi da Fontana di Trevi. È una piccola libreria che ospita i cataloghi di quattro case editrici (Nutrimenti, Nottetempo, Minimum Fax, Edizioni e/o) e organizza incontri e presentazioni di testi di vario genere tra brunch, aperitivi e sfizi gastronomici.

Abigail. Una storia vera – intervista a Chris Abani

Chris Abani parla di sé e del suo lavoro con pacatezza, passione e un pizzico di compiacimento. Ha girato l’Italia per presentare il suo ultimo libro tradotto in Italia, “Abigail. Una storia vera” (Fanucci editore, pag. 144, 13 euro), dove ancora una volta conferma la sua capacità di guardare il mondo attraverso gli occhi di un’adolescente. Ma anche con lo sguardo di una giovane donna che cerca la sua identità in un conflitto serrato con la madre scomparsa e un padre che in lei rivede la donna amata morta di parto. Una storia scritta anche sul corpo della protagonista, costretta a subire diverse violenze, in alcuni casi estremamente feroci e disumane. 

Tra differenze e scambi di genere – scritto in collaborazione con Rosa Saugella

Non è facile “fare una mappa” dei femminismi italiani, sostiene Rossana Rossanda in un articolo su Il manifesto del 31 marzo, ma è possibile individuare due “principali posizioni rispetto al fare politico”. Sostiene Rossanda che “l’una vede nel conflitto fra i sessi una costante metastorica, o quanto meno originaria, irrisolta quanto più introiettata senza esplicitazione; […] e finché tale resta, il conflitto non conscio di sé mutila e conforma l’uno e l’altro sesso, reciprocamente confusi, dolenti. […] La seconda posizione, all’inizio derivata da Luce Irigaray, vede più che il conflitto – il conflitto è comunque un rapporto – un’eteronomia dei sessi che darebbe luogo, fra natura e storia, a una differenza insorpassabile”. Le due posizioni lucidamente colte da Rossanda sono presenti nel femminismo italiano da lungo tempo, da quando già negli anni Settanta Carla Lonzi criticava l’uguaglianza formale tra donne e uomini e riteneva invece necessario affermare la disuguaglianza e differenza esistenziale tra i due sessi per smascherare il modello patriarcale, causa dell’oppressione reale delle donne.

Di pari diritti – scritto in collaborazione con Rosa Saugella

“Razzismo e sessismo sono sistemi interconnessi di dominio che si rafforzano e si sostengono a vicenda”, scrive Bell Hooks, femminista e scrittrice statunitense, in uno dei suoi testi più noti “Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale”, dove mettendo insieme discorso di genere e di razza l’autrice critica i tradizionali schemi sulle appartenenze e identità sessuali.

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