Barbara Bonomi Romagnoli | Pink Bee Revolution
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La trama è bella, non spezzate il filo – Imola,l’insufficenza dei finanziamenti strangola il centro interculturale di donne “Trama di terre”

Nel centro di Imola, vicinissimo Piazza Matteotti, camminando senza fretta ci si imbatte in un grande portone di legno, aldilà di esso con pochi passi si è nel cortile interno. Al centro un vecchio pozzo e una atmosfera calma, ma basta uno sguardo veloce per capire che dentro si muove operoso un mondo di persone. La vecchia casa signorile, rimessa a nuovo, ospita i locali del Centro interculturale delle donne “Trama di Terre”: al piano terra ci sono le stanze che ospitano gli “uffici” (tra le varie attività l’associazione offre assistenza legale), la biblioteca, la sala riunioni e quella per i corsi di lingue e poi ancora la “cucina abitata”, due locali dove ci si può incontrare, scambiare esperienze e socializzare gustando ricette multietniche. Al secondo piano ci sono invece tre appartamenti, luoghi di “accoglienza abitativa temporanea” come sono chiamati in politichese, che ospitano donne e bambini che non hanno un posto migliore dove stare e che condividono spazi e culture di provenienza diverse.

«Io musulmana, mi batto per i diritti delle donne» – intervista a Irshad Manji

Amsterdam

“Possono le nostre società restare aperte e pluraliste senza cadere nel relativismo?”. Questo interrogativo assilla da anni Irshad Manji, giornalista e scrittrice canadese, nata in Uganda e vissuta lì fino a 4 anni, musulmana e lesbica dichiarata. Famosa in tutto il mondo da quando ha pubblicato “The trouble with Islam” (tradotto in italiano con il titolo “Quando abbiamo smesso di pensare? Un’islamica di fronte ai problemi dell’Islam”, Guanda, 2004), Irshad si batte con tenacia perché la maggioranza degli islamici prenda la parola per contrastare il fondamentalismo radicale e difendere una diversa interpretazione dell’Islam, che possa conciliare i valori religiosi con i diritti umani universali, dall’autodeterminazione per le donne al rispetto e dialogo con tutte le possibili differenze.

Bologna, i migranti prendono la parola – Meeting dei media multiculturali

Più volte si è ripetuto che la costruzione dell’immagine dei migranti nei media avviene, molto spesso, attraverso la “lente” della cronaca. Meno spesso l’informazione è attenta alle complesse società che abitiamo, alle diverse culture che si incontrano e convivono. Si dà spazio ad ansie e paure fondate su stereotipi e pregiudizi.

Nelle foto racchiuso il dolore del mondo – World Press Photo 2006

Su uno sfondo nero, dove risalta solo il rosso del sangue e del disegno del vestito, Samar Hassan urla il suo dolore pochi secondi dopo che le truppe statunitensi hanno sparato e ucciso i suoi genitori a Tal Afar, nell’Iraq del nord. Samar è una bimba a cui restano solo i fratelli, rimasti gravemente feriti nell’accaduto. Pochi passi e incontriamo gli occhi di una madre accasciata a terra, quasi rannicchiata in posizione fetale, mentre guarda con orrore un soldato che colpisce il figlio, presunto saccheggiatore in Togo.

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