Il buio che illumina i fantasmi
«Vedo tutto così chiaramente, come se fosse successo davvero. Ci ho provato a vivere normalmente, ma ogni volta sentivo che l’irreale non spariva, si spostava soltanto di un po’».
Polonia, 1935. Una donna senza nome, narratrice della storia, viene dimessa da un sanatorio per malati di nervi sul Baltico. Arriva a Varsavia con il fratello maggiore e si apre una vicenda che va avanti e indietro nel tempo, fra ricordi e presenze che sembrano aliene ma forse sono solo gli spiriti della vita vissuta e dei desideri che la animano.
Autrice di questo interessante esperimento letterario è Anna Kańtoch, polacca, classe 1976, arabista di formazione ed esponente di punta del gruppo letterario “Harda Horda” che riunisce alcune fra le autrici fantasy polacche più influenti e originali. Ha pubblicato dodici romanzi e numerosi racconti, spaziando dal noir alla fantascienza, dallo steampunk al giallo, fino alla young-adult fiction. Con Buio ha vinto il premio Zuławski, il maggiore riconoscimento critico per la letteratura fantastica del suo Paese.
Per conversare con lei sull’edizione italiana appena pubblicata da Carbonio editore, l’abbiamo raggiunta con il sostegno di Salvatore Greco, interprete e agente letterario di Nova Books Agency che ha portato l’autrice in Italia.